Il progetto - attivato al Centro S. Maria ai Colli -... (Leggi tutto)
Svolgere attività fisica regolarmente, seguire una dieta equilibrata e allenare la mente, mantenendola attiva: sono questi – secondo approfonditi studi scientifici – i tre fattori maggiormente in grado di ridurre il rischio di sviluppare una demenza con l’avanzare dell’età.
Oggi in Italia oltre un milione di persone soffre di tale patologia, numero purtroppo destinato ad aumentare. Dopo gli 85 anni quasi la metà delle persone ne è affetta. Non esiste una cura: ecco perché è fondamentale la prevenzione.
Dieta e attività fisica permettono di controllare e ridurre il rischio di malattie cardiovascolari che favoriscono l’insorgere di forme di demenza. E per mantenere la mente attiva, è necessario allenarla e stimolarla.
A questo mirano i corsi di memory training, promossi in Fondazione Don Gnocchi e aperti a tutti coloro che desiderano adottare strategie per contrastare il rallentamento e il declino delle abilità cognitive. Lo spiegano la dottoressa Giulia Bonanomi, psicologa ed esperta in neuropsicologia e il dottor Mauro Mauri, geriatra della Fondazione Don Gnocchi (nelle foto), in vista del prossimo appuntamento, in programma il 26 febbraio all’ambulatorio di riabilitazione di Vimercate (MB).
Perché è così importante mantenere la mente attiva?
«Tutti noi, con l’avanzare dell’età, anche in un invecchiamento fisiologico sano, siamo esposti a un certo declino delle funzioni cognitive, che riguarda soprattutto la memoria, ma anche altri ambiti come l'attenzione e il linguaggio. Quante volte sentiamo ripetere che “non ci vengono le parole...”. Questo perché semplicemente il cervello invecchia! Dopo i 60 anni la massa cerebrale diminuisce del 5-10% ogni dieci anni, per una perdita fisiologica di neuroni. Ma il cervello è molto simile a un muscolo: più viene utilizzato e più sviluppa potenzialità, anche in età anziana. Inoltre, un costante allenamento mentale permette di incrementare e consolidare le connessioni tra i neuroni, che con l’invecchiamento tendono a ridursi sempre più».
In che cosa consiste il training per la memoria?
«Partiamo dal presupposto che si sviluppa ciò che si stimola e si perde ciò che non si usa! Il training cognitivo è un intervento di potenziamento della memoria che ha l’obiettivo di far acquisire strategie per alleviare le difficoltà che una persona può incontrare nelle normali attività di vita quotidiana. Gli studi scientifici hanno dimostrato l'efficacia di questi corsi, con risultati che si mantengono nel tempo e ricadute molto positive sul benessere globale della persona».
Qualche esempio di attività proposte?
«Sono proposti esercizi di memoria verbale, per ricordare magari coppie di parole; o di memoria visiva, con la visualizzazione di un’immagine per ricordarne poi gli elementi principali; di fluenza verbale, per ritrovare parole che iniziano e contengono una sillaba particolare; di capacità di astrazione, ad esempio con l’indicazione di scrivere sinonimi o contrari di determinate parole; di orientamento spaziale, con l’invito a ricordare la posizione di determinati oggetti su un tavolino; di attenzione uditiva, con il compito di segnare tutte le volte che ascoltando un discorso viene pronunciato il nome di cibo o viene citato un colore…».
Come sono strutturati i corsi?
«Sono previsti una decina di incontri, solitamente della durata di 90 minuti ciascuno, nei quali vengono proposte attività individuali e di gruppo per stimolare la memoria e tutte le sue componenti. I gruppi sono composti da un numero massimo di 8 persone, dove ciascuno è libero di scegliere il proprio grado di partecipazione, in un clima disteso, libero da giudizi, dove è valorizzato lo scambio di idee tra soggetti che condividono le stesse ansie e le stesse difficoltà».
In generale, quali sono i campanelli d’allarme per la demenza?
«La demenza è una vera e propria sindrome clinica, caratterizzata dalla perdita delle funzioni cognitive di entità tale da interferire con normali attività sociali e lavorative. Per l’impatto che la demenza ha sul malato e sulle persone che se ne prendono cura viene anche definita una “malattia familiare”. Alcuni anni fa l’American Alzheimer Association ha pubblicato un elenco di dieci campanelli d’allarme che potrebbero segnalare l’esordio della malattia: spesso si tratta di situazioni contigenti, che si risolvono senza alcun problema. La loro comparsa deve però indurre a fare i necessari approfondimenti. Eccoli:
Per iscrizioni e informazioni sul corso di memory training all'ambulatorio di riabilitazione di Vimercate della Fondazione Don Gnocchi occorre rivolgersi al numero 039 6880198.
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