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I robot sono tra noi. Già impiegati nella produzione industriale e nella logistica, sono entrati a pieno titolo anche nella medicina, modificando tempi e metodiche di interventi complessi e di riabilitazione fisiatrica.
La diffusione e la pervasività dell’Intelligenza Artificiale nelle nostre vite sono un fenomeno destinato a cambiare il nostro rapporto "con" e "nella" società. Si tratta di un cambiamento epocale, che è necessario comprendere e governare.
Ne parlerà la professoressa Maria Chiara Carrozza, direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi, nell'evento streaming in programma mercoledì 28 ottobre, alle ore 18, nell'ambito degli incontri di "SegnaVie - Orientarsi nel mondo che cambia", progetto della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.
L'evento (partecipazione gratuita con registrazione) sarà in streaming sul canale youtube di Segnavie, sul sito www.segnavie.it e in diretta facebook sulla pagina di Segnavie.
La professoressa Carrozza - intervistata da Roberto Papetti, direttore del Gazzettino - spiegherà come accogliere l’evoluzione in atto, come valutare i rischi e le opportunità, come affrontare la coesistenza tra robot e umani superando ogni pensiero dicotomico e mettendo a punto regole etiche di utilizzo che accompagnino la robotica in un percorso di sviluppo consono alle esigenze di tutti gli esseri umani.
«Dobbiamo andare avanti nello studio della robotica - spiega il direttore scientifico "Don Gnocchi", già ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, ordinaria di Bioingegneria industriale e responsabile dell’Area “Neuro-Robotics” dell’Istituto di Biorobotica presso la Scuola Superiore di Studi Sant'Anna di Pisa - che, integrata con l’intelligenza artificiale, l’informatica e le tecnologie di comunicazione, ci permetterà di superare molti limiti».
Nel progetto di incontro "Segnavie", alcuni leader internazionali del pensiero aiutano a orientarsi tra i sentieri di un presente sempre più complesso, tracciando direzioni, abbozzando scenari e aprendo la mente a nuove consapevolezze.
Ufficio Stampa Fondazione Don Gnocchi
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